Per trattare i temi importanti di “Juno” intorno alla comunità e alla guarigione, anaiis ha inoltre organizzato un dibattito al Jah Jah by Le Tricycle, un polo culturale parigino. Con la collaborazione della fotografa Charlotte Abramow, dell'attrice Déborah Lukumuena e della registra Néhémie Lemal, il gruppo ha offerto testimonianze personali per mostrare come ci si può sostenere a vicenda quando si lotta contro una malattia mentale, e come l’arte possa aiutare a guarire.
GUARDA IL DIBATTITO
5 MINUTI CON ANAIIS
DM’s chiacchiera con anaiis della sua musica e di come ha usato l’arte per aiutare se stessa e la sua comunità.
Perché consideri la musica un mezzo così potente?
La musica ha il potere di trascendere qualsiasi confine, è pura e infinita trasmissione di energia, e per questo secondo me, rappresenta uno strumento di comunicazione sacro. Ci sono così tante cose che non possiamo esprimere attraverso il linguaggio, ma possiamo farlo attraverso il suono o i sentimenti.
Personalmente, trovo difficile accettare certe delusioni o difficoltà che ho vissuto se non scrivo una canzone a riguardo. A volte ho difficoltà con il linguaggio e avevo questo tipo di problemi anche quando ero più piccola, ma ho scoperto di poter esprimere molte più cose attraverso la voce che con le parole.
Cosa ti ha portato a scrivere “Juno”?
È una lunga storia! In pratica, ho attraversato dei mesi bui in cui ho perso la serenità e il senso di me stessa. Volevo scrivere una canzone che parlasse di ciò che si prova a sentirsi così soli, isolati e disconnessi. Al tempo stesso, volevo ricordare a me stessa e agli altri che in ogni situazione abbiamo sempre una scelta.
Per me, questa canzone racchiude il mio dialogo interiore di quel periodo, il farmi spazio quando non sto bene, ma sempre ricordando a me stessa che tutto passa, e che anche quando sembra che non abbiamo scelta, spesso è il contrario.
Perché consideri la musica un mezzo così potente?
La musica ha il potere di trascendere qualsiasi confine, è pura e infinita trasmissione di energia, e per questo secondo me, rappresenta uno strumento di comunicazione sacro. Ci sono così tante cose che non possiamo esprimere attraverso il linguaggio, ma possiamo farlo attraverso il suono o i sentimenti.
Personalmente, trovo difficile accettare certe delusioni o difficoltà che ho vissuto se non scrivo una canzone a riguardo. A volte ho difficoltà con il linguaggio e avevo questo tipo di problemi anche quando ero più piccola, ma ho scoperto di poter esprimere molte più cose attraverso la voce che con le parole.
Cosa ti ha portato a scrivere “Juno”?
È una lunga storia! In pratica, ho attraversato dei mesi bui in cui ho perso la serenità e il senso di me stessa. Volevo scrivere una canzone che parlasse di ciò che si prova a sentirsi così soli, isolati e disconnessi. Al tempo stesso, volevo ricordare a me stessa e agli altri che in ogni situazione abbiamo sempre una scelta.
Per me, questa canzone racchiude il mio dialogo interiore di quel periodo, il farmi spazio quando non sto bene, ma sempre ricordando a me stessa che tutto passa, e che anche quando sembra che non abbiamo scelta, spesso è il contrario.
Che cosa rappresenta Dr. Martens per te?
Per me DM’s incarna lo spirito libero, la ribellione e l’essere se stessi. Ecco perché li amo: mi sento audace quando li indosso.
Per me DM’s incarna lo spirito libero, la ribellione e l’essere se stessi. Ecco perché li amo: mi sento audace quando li indosso.
In che modo la tua musica aiuta le persone ad elaborare ed affrontare i traumi?
L’intenzione dietro il mio lavoro è sempre quella di creare uno spazio in cui potersi guardare dentro in modo sicuro. Spero che ciò che faccio aiuti le persone a far sì che questa analisi interiore sia il primo passo verso la crescita. Nell’intro del video di Juno abbiamo usato una citazione illuminante di Alice Walker sulla capacità di ognuno di riconoscere la propria forza. Attraverso la mia musica mi riapproprio delle mie forze e riscopro la capacità di amare e di cambiare le cose. Il raggiungimento di un’emancipazione personale ci porterà alla guarigione e all’emancipazione collettiva.
Per incoraggiare questo modo di pensare, con l’aiuto della terapeuta Stella Tiendrebeogo, della psicologa Sanah Ahsan e dell’artista parigino Losspardo, abbiamo ideato delle carte di affermazione positiva. Il loro scopo è motivare a prendersi cura di se stessi e offrire sostegno emotivo nei momenti di difficoltà, ma anche alimentare il pensiero positivo.
Scopri la selezione di carte qui sotto.
L’intenzione dietro il mio lavoro è sempre quella di creare uno spazio in cui potersi guardare dentro in modo sicuro. Spero che ciò che faccio aiuti le persone a far sì che questa analisi interiore sia il primo passo verso la crescita. Nell’intro del video di Juno abbiamo usato una citazione illuminante di Alice Walker sulla capacità di ognuno di riconoscere la propria forza. Attraverso la mia musica mi riapproprio delle mie forze e riscopro la capacità di amare e di cambiare le cose. Il raggiungimento di un’emancipazione personale ci porterà alla guarigione e all’emancipazione collettiva.
Per incoraggiare questo modo di pensare, con l’aiuto della terapeuta Stella Tiendrebeogo, della psicologa Sanah Ahsan e dell’artista parigino Losspardo, abbiamo ideato delle carte di affermazione positiva. Il loro scopo è motivare a prendersi cura di se stessi e offrire sostegno emotivo nei momenti di difficoltà, ma anche alimentare il pensiero positivo.
Scopri la selezione di carte qui sotto.
Oltre a collaborare con anaiis per sostenere il video musicale di “Juno”, DM’s appoggerà e donerà al Collectif PSY Noires, un ente di beneficenza che lavora per favorire l’accesso alle informazioni, alle cure e all’assistenza in materia di salute mentale per le persone di colore che si trovano ad affrontare discriminazione e oppressione sistematica.
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